Tra Lombardia e Salento
Cartolina di Cesare Cases su Cantare nel buio (1991)
Nel romanzo Maria Corti rievocava gli anni di insegnamento tra Milano e Chiari, i viaggi di andata e ritorno sul «ۛtreno operai Milano Brescia»: «questo libro è la storia di un mondo che potrebbe dirsi barbarico, simile a un fatto di natura, esistente in Lombardia negli ultimi anni Quaranta: un protopendolarismo selvaggio su carri bestiame per la mancanza nell’immediato dopo guerra di vetture ferroviarie» (Autointervista, in «Annali di italianistica», 7, 1989). Proprio questo racconto di un’epoca premoderna e perduta attira l’attenzione dell’amico, critico e grande germanista, Cesare Cases: «Cara Maria, meglio tardi che mai, ho letto in questi giorni Cantare nel buio, che mi inviasti a suo tempo con dedica e di cui non ti ho ancora ringraziato. Hai scritto un epos della Lombardia povera ed è bene che sia uscito solo adesso che la nostalgia di quel momento si è fatta lancinante, anche in me che pure sono un lombardo di città e per di più un ebreo sradicato».