I luoghi della narratrice

L’ora di tutti (Feltrinelli, 1962)

Otranto, 1480: l’assalto della città da parte dei Turchi è narrato da cinque personaggi diversi, che post mortem parlano in prima persona raccontando ciascuno dal proprio punto di vista la stessa realtà (arrivo dei Turchi, assedio, massacro finale). La struttura del libro è costituita dalla memoria di morti parlanti, proprio come nell’Antologia di Spoon River di Edgar Lee Masters, ricordata dalla stessa Corti, che però precisa: «la vera fonte del mio libro è stata Otranto con le sue memorie e leggende, i sogni di vita e la irripetibile meraviglia del morire, i nomi dei decapitati scritti su una lapide al colle della Minerva, le ossa dei poveri pescatori racchiusi nelle bacheche della cattedrale» (Dialogo in pubblico, p. 87). Il romanzo d’esordio di Maria Corti esce presso Feltrinelli, nella prestigiosa collana «Biblioteca di letteratura – I contemporanei», diretta da Giorgio Bassani. Numerose le ristampe e le traduzioni, tra le quali quella in turco di Şemsa Gezgin e Marta Bertolini (Ecel Saati, 2002) e quella in spagnolo di J.B. Cuyás Boira (La hora de todos, 1965).