Gli amici scrittori
Giorgio Manganelli, Rumori o voci (1987)
«Perché ho scritto i cognomi?» si chiede nella dedica Giorgio Manganelli, col sottinteso di aver speso inutili convenevoli per rivolgersi a un’amica di lunga data. I due, infatti, si erano conosciuti a Milano quarant’anni prima, nel 1947.
Eccolo Manganelli, fissato in un’attitudine e trasformato in personaggio; siamo nel 1960, al premio Treviso: «Egli fece un discorso strepitoso che lasciò incantata e un po’ spaventata la gioiosa borghesia della città. Ma ricordo anche la visita notturna che volle fare con me alla vecchia Treviso, alle strade pochissimo illuminate e interamente a porticato, al vicolo dei Buranelli, al corso dei due fiumi. Andava a passo velocissimo e mi disse che moriva dalla voglia di gridare. Lo vedo ancora avanzare nella penombra della vecchia Treviso notturna, vestito di nero, con qualcosa di fantomatico nella figura e quasi lugubre» (Dialogo in pubblico, pp. 67-68). Nel 1990, per volontà dello scrittore «meticoloso sponsor in prospettiva testamentaria» (così in Ombre dal Fondo), la compagna Ebe Flamini donerà al Centro Manoscritti le carte e la ricchissima biblioteca, di quasi ventimila volumi.