Gli amici scrittori
«A Maria Corti, l’amica dei poeti»: con queste parole – quasi un ritratto – Cesare Angelini le donava un libro di Camillo Sbarbaro. Sono molte le dediche d’autore nella biblioteca di Maria Corti, che si rivela qualcosa di più di uno strumento di lavoro: un deposito di memorie, tracce di legami personali che accompagnano scoperte intellettuali e critiche. È nato anche da questo impulso il suo Centro Manoscritti, che tanto deve agli incontri e alla consuetudine con i maggiori scrittori del Novecento. Ma non sono solo le dediche a suscitare presenze e ad annodare rapporti. L’ex-libris, riprodotto qui a fianco, è stato realizzato per Maria Corti da Gianni Sassi nel 1982 (gli anni di «Alfabeta») su suggerimento del comune amico Antonio Porta. Il gatto ha sguardo acuto – perfino con un lampo di curiositas – e una zampa che “fuoriesce” dal piano di appoggio: così l’ha voluto Maria, come lei stessa raccontava, a indicare la necessità (l’auspicio?) di riuscire a tenere sempre “una zampa” fuori per non essere travolti da situazioni o sentimenti.
Il tempo ha reso anche i libri di Maria Corti dei preziosi intermediari, dei “delegati dell’aldilà” come le carte (e le voci) chiamate a raccolta nelle pagine di Ombre dal Fondo.